IL TEAM IDEA PRESENTA I SUOI ATLETI 2015: ECCO FRANCESCO REDA

Oggi partiamo col primo ciclista della nostra carrellata di chiacchierate di presentazione con i ragazzi del Team Idea 2015. Il primo è il veterano all’anagrafe ciclistica del team, Francesco, il “ragazzo di Calabria”, che di cognome fa Reda ed è cosentino di 32 primavere appena compiute. Francesco Reda nel 2015 sarà al suo ottavo anno di professionismo.

Allora, Francesco come si sta a fare l’esperto del gruppo? Il prossimo anno avrai al tuo fianco ragazzi molto più giovani di te, che approcciano per la prima volta al fascino del professionismo in questo ciclismo italiano in crisi, a cui non mancano però nuove leve di qualità.
SICURAMENTE TORNARE ALLE CORSE, IN QUESTO RUOLO, PER QUESTA FORMAZIONE MI CARICA DI ORGOGLIO E RESPONSABILITÀ. SPERO CHE I GIOVANI COLLEGHI POSSANO TROVARE IN ME QUELLO CHE IO HO RICEVUTO DAI MIEI COLLEGHI DI ALLORA AL MIO ESORDIO DA PROFESSIONISTA: COMPRENSIONE, SICUREZZA ED UTILISSIMI CONSIGLI.

Quanto conta il tuo essere calabrese nella tua attività sportiva? Storicamente lo sportivo calabrese si è sempre dovuto sobbarcare sacrifici enormi e spesso spostarsi sin da giovane per poter fare attività in regioni più centrali. E’ stata anche la tua storia si può dire, no?
LA TERRA IN CUI SONO NATO È UNA TERRA BELLISSIMA, MA DURA E ASPRA IN CUI TUTTO FA FATICA A CRESCERE E VIVERE. QUESTO CONTESTO RENDE NOI CALABRESI: RISOLUTI, DETERMINATI E DECISI. UNA VOLTA TRAVOLTO DALLA PASSIONE DEL CICLISMO NON C’È STATO NESSUN DUBBIO E RIPENSAMENTO SUGLI ENORMI SACRIFICI FATTI PER POTER COMPIERE QUESTA PROFESSIONE. AD ONOR DEL VERO FORSE HO CHIESTO ALLA MIA FAMIGLIA SACRIFICI CHE PROBABILMENTE IN UN PERIODO COME QUESTO POCHE FAMIGLIE AVREBBERO POTUTO AFFRONTARE.

La tua è stata la generazione dei meridionali che raggiunge i settentrionali nel ciclismo. Che fatica però per arrivare a tutto questo, no? E quando lo facciamo crescere tutto questo sud ciclistico a cui non mancano splendidi percorsi e fantastici scenari, più tranquilli del trafficato nord?
IN UN PERIODO DI GRANDI RISTRETTEZZE ECONOMICHE LA FEDERAZIONE CICLISTICA DEVE AVERE UN RUOLO, ANCORA PIÙ FORTE DI QUELLO ASSUNTO IN PASSATO. IL RILANCIO DI QUESTA ATTIVITÀ DEVE PASSARE QUINDI ATTRAVERSO LE STRUTTURE POPOLATE DA UOMINI CHE AMINO QUESTO SPORT E SI PRODIGHINO AFFINCHÉ POSSA RITROVARE NEI CONTESTI GIOVANILI E SCOLASTICI UNA GIUSTA EVIDENZA E L’ENTUSIASMO CHE MERITA. IN CALABRIA QUEST’ONERE È AFFIDATO ALL’AVVOCATO DIONESALVI CHE HO AVUTO IL PIACERE DI CONOSCERE RECENTEMENTE IN QUALITÀ DI PRESIDENTE DELLA FEDERAZIONE REGIONALE, UOMO DI SICURA CULTURA ED ENTUSIASMO CHE RITENGO FARÀ PIÙ CHE BENE IN TAL SENSO.

Racconta in breve la tua storia fra studio e sport dalle categorie giovanili sino al passaggio nel 2008.
HO GAREGGIATO TRA I DILETTANTI UNDER-23 CON SQUADRE ROMAGNOLE E MARCHIGIANE. SONO PASSATO PROFESSIONISTA NEL 2007 CON LA OTC DOORS-LAURETANA. NEL 2009 MI SONO TRASFERITO ALLA QUICKSTEP, SQUADRA PROTOUR BELGA CON CUI PARTECIPAI A TRE EDIZIONI DEL GIRO D’ITALIA E AD UN TOUR DE FRANCE. DAL 2012 HO GAREGGIATO PER L’ACQUA & SAPONE E NEL 2103 PER IL TEAM ANDRONI. IN TUTTO QUESTO HO ACQUISITO UN DIPLOMA DI SCUOLA SECONDARIA IN RAGIONERIA ED UNA DECINA DI ESAMI PRESSO L’UNIVERSITÀ DELLA CALABRIA NELLA FACOLTÀ DI SCIENZE DELL’EDUCAZIONE PRIMARIA.

E poi la magia del Belgio? Quanto c’è di belga in Francesco Reda? Tre anni alla corte della Quick Step sono tanti in questo sport. Un bagaglio di esperienza e di conoscenza nella terra Harvard del ciclismo o una gran faticaccia a lavorare per i big come Boonen, Chavanel e gli altri cacciatori di classiche e tappe?
L’ESPERIENZA ALLA QUICK STEP È STATA PIÙ CHE FORMATIVA. LA QUICK STEP È STATO IL PERIODO IN CUI UN RAGAZZO È DIVENTATO UN ATLETA COMPLETO; FORTE DI UN’ESPERIENZA SOLIDA A CUI ATTINGERE, COME QUELLA DELLA COMPAGINE BELGA. RIMARRÒ SEMPRE GRATO ALLA SQUADRA CHE HA CONSENTITO IL MIO ESORDIO ALLE MASSIME COMPETIZIONI SPORTIVE DI QUESTA NOSTRA GRANDE PASSIONE.

Dopo il Belgio sei rientrato in Italia dove hai potuto correre di più per te. Merito della scuola belga o era quello il tuo momento e bisognava provare ad alzare le mani al cielo?
IL MIO RIENTRO AL CICLISMO PROFESSIONISTICO IN SQUADRE ITALIANE È STATO CARATTERIZZATO DALLA GUARIGIONE DA UNA PROSTATITE, MAI DIAGNOSTICATA IN PRECEDENZA, CHE AVEVA INFLUENZATO IL MIO RENDIMENTO PROFESSIONALE NEL CIRCUITO PROTOUR. NESSUN EGOISMO, QUINDI, NELLE ULTIME STAGIONI, MA SOPRATTUTTO UN RITROVATO E COSTANTE BENESSERE FISICO CHE HA GARANTITO UNA BUONA CONTINUITÀ STAGIONALE.

Senti, non possiamo non parlare del momento grigio che ti ferma in un momento felice per la tua carriera, quando avevi preso l’abitudine a piazzarti con estrema regolarità. In fondo l’aver creduto sempre nella giustizia ti ha ripagato, tanto che il Tas di Losanna e la Commissione CIRC dell’Uci hanno preso atto delle tue argomentazioni e della tua documentazione limitando la sanzione a quanto scontato sino a quel momento.
HAI RIPRESO UNA VICENDA DOLOROSISSIMA DELLA MIA VITA NON SOLO PROFESSIONALE, MA ANCHE PRIVATA. LA VICENDA CHE MI HA COINVOLTO È SICURAMENTE FIGLIA DI UN’INGENUITÀ CHE, IN UN MOMENTO DI MASSIMA CONDIZIONE, MI HA COMPROMESSO L’ATTIVITÀ. MI È STATO CONTESTATO UN PARZIALE MANCATO CONTROLLO FUORI COMPETIZIONE POCO PRIMA DELLA PARTENZA DEL G.P. CAMAIORE 2013. MI ERO SOTTOPOSTO AL CONTROLLO DEL SANGUE, MA ERO “MATERIALMENTE” IMPOSSIBILITATO AD EFFETTUARE QUELLO DELLE URINE IN QUANTO ALL’ARRIVO DEI CONTROLLER AVEVO GIÀ ESPLETATO. OGGI, SULLA SCORTA DI QUANTO SUCCESSO, STAREI MOLTO PIÙ ATTENTO A FAR CORRETTAMENTE VERBALIZZARE QUESTO.

I tempi della giustizia sono lunghi, certamente troppo per la breve carriera di un atleta, ma la strada del diritto paga sempre, non credi? Anche questa è in fondo una vittoria, no?
NON CREDO CHE LA GIUSTIZIA DEBBA ESSERE CRONOMETRATA E/O VALUTATA SOLO PER LA TEMPISTICA. FORSE FAR DECANTARE LE COSE E DARE AGLI INQUIRENTI ED AI GIUDICI I FISIOLOGICI TEMPI DI MATURAZIONE DEI PROCESSI E DELLE VICENDE PUÒ SICURAMENTE PORTARE AD UNA SICURA DEFINIZIONE DEGLI AVVENIMENTI.

Il momento buio nello sport ha comportato anche delle conseguenze nella vita degli affetti, ma si dice che “non tutto il male vien per nuocere” e come si sente il Francesco Reda 2.0 a voler scatenare sui pedali tutta la voglia di riscatto sportivo ed a farlo per la prima volta da papà?
LA VOGLIA DI RISCATTO SPORTIVO, SONO CERTO, MI PORTERÀ A FARE GRANDI COSE, SUPPORTATO DA UN TEAM MOTIVATO E DA UN GRUPPO DI COLLEGHI CHE IRRAGGIANO VOGLIA DI STRADA E TRAGUARDI.

Avrai letto e certamente conoscerai la storia del tuo nuovo DS Alberto Elli. Secondo te quanto è possibile oggi che un team vivaio possa crescere assieme e fare un grande salto come il magico team dove passarono prof tanti gioiellini come Alberto Elli?
NON È UN SEGRETO, ORMAI, CHE NELLA TUA DOMANDA È INTRISA LA MISSION DI QUESTA FORMAZIONE. UN OBBIETTIVO AMBIZIOSO, DIFFICILE, MA NON IMPOSSIBILE DA RAGGIUNGERE. FA ONORE, LAVORARE CON UOMINI CHE SI PONGONO METE AMBIZIOSE CHE NON LASCIANO ALL’ATTIVITÀ LAVORATIVA UN ATTIMO DI RESPIRO. TUTTO QUESTO CI RENDERÀ SICURAMENTE PERSONE PIÙ FIERE DEL NOSTRO OPERATO, QUALSIASI SIA IL RISULTATO.

In quella squadra c’era anche Maurizio Spreafico, papà di Matteo, tuo compagno adesso nel Team Idea, e quest’anno avrai al fianco anche Marco Tizza, fratello di Francesco, tuo ex compagno alla NGC. Questo ciclismo è una grande “piccola” famiglia e stavolta sarai tu il fratello maggiore. Belle sensazioni, vero?
IL CICLISMO È FAMIGLIA; QUESTA PASSIONE TRAVOLGE I NOSTRI FIGLI, I NOSTRI FRATELLI ED I NOSTRI FAMILIARI. LA FATICA NEI NOSTRI OCCHI, IL MODO IN CUI LA CREIAMO, AFFASCINA, COSTANTEMENTE, CHI CI STA VICINO. IL CICLISMO È FAMIGLIA ANCHE QUANDO NON CI SONO VINCOLI DI SANGUE; SI CONDIVIDE TROPPA FATICA ASSIEME AI COMPAGNI DI SQUADRA PER NON STRINGERE FORTI LEGAMI UMANI.