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IL TEAM IDEA PRESENTA I SUOI ATLETI 2015: ECCO LUCA CAPPELLI

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Dopo un esercito di lombardi, casalinghi, andiamo al primo corridore “straniero” …
Andiamo nell’incantevole Liguria, obiettivo di ogni weekend milanese dei primi caldi estivi, in direzione La Spezia, Cinqueterre. Quello è il regno di Luca Cappelli, neo acquisto di Team Idea per il 2015.
Luca Cappelli, 22 anni la prossima primavera, ultimo anno under23, partiamo dai tuoi inizi ciclistici?
Già, ho iniziato nel lontano 2005 a meta stagione da g6, per un litigio con un amico. Lui per farsi perdonaresapeva che mi piaceva la bici e si iscrisse a una società qui vicino. Mi convinse ed eccomi qua.

Ti sei diplomato geometra. Come te la sei cavata con lo studio e questo esigentissimo sport? Hai finito con gli studi o magari tieni una porta aperta in futuro? Di recente sono tanti anche i prof che sono tornati sui banchi dell’università in età più matura. Che ne pensi?
Penso che sia una scelta importante e nobile, però penso anche che sono pochi quelli che lo fanno e ancora meno quelli che ottengono grossi risultati. Io ho sempre studiato il giusto, e mi sono diplomato ma, tornassi indietro, forse avrei fatto un’altra scuola.

Parliamo di te in sella. Sarò sommario. Passista con doti da cronoman, buono scalatore, mancherebbe qualcosina allo sprint. Ho detto giusto?
Esattamente. Questa è la mia descrizione, anche se nell’ultimo anno ho scoperto che si può migliorare in tutto, basta allenarsi. Amo la cronometro, è l’unico test che hai veramente con te stesso, esisti solo tu e il tempo, nient’altro.

Sei stato un eccellente juniores, con bei risultati anche in gare internazionali e dopo un ambientamento inevitabile, hai disputato un bel 2014. Sei ligure, ma hai in tasca un diploma da vicecampione toscano Under23, insomma un bel biglietto da visita, anche se quell’arrivo a due ti sarà un po’ bruciato. Possiamo dire che coi titoli hai una vaga leggerissima sfiga? Dico un nome di città a caso, Imola, ed un anno, 2009.
Spiega tu il perché e mandami pure al diavolo.
Ah ah ah … Ma sai proprio tutto. Sì, diciamo che sonno un po’ il vice io Fu una bella e una brutta giornata quella nel 2009. Ricordo solo che stavo benissimo e sentivo la bici scivolarmi sotto il sedere, poi il colpo di reni, i famigliari e amici che mi correvano incontro felici. Poi inizio a sentire “secondo per un secondo”.
Beh puoi immaginarti il dispiacere, hanno ritardato la cerimonia di un quarto d’ora perché avevo girato la bici ed ero andato a sfogarmi alla curva della Tosa. Mi ricorderò sempre il mio DS con il casco da crono in testa al contrario che piangeva di gioia. E poi questo vice campione toscano che, ti dirò, è stata la mia rinascita perché era veramente troppo tempo che non tornavo lassù, lì per lì dopo l’arrivo ero visibilmente arrabbiato, sai, non si può dire come sarebbe andata ma quel salto di catena mi ha letteralmente messo fuori dai giochi della volata con Stefano (Verona, ndr). Però, dopo aver capito dov’ero, mi è tornato il sorriso, anche perché, a mia felice sorpresa, ho scoperto che a guardare la corsa c’era Michele Bartoli il quale era stato il mio preparatore l’anno prima e mi ha fatto i complimenti dicendomi che sapeva che prima o poi sarei venuto fuori.

Che facciamo Luca? Tolgo il titolo anche all’intervista? Basta scherzare, c’è tempo per rifarsi e sfatare il “zeru tituli”. Questa intervista sarà come un rito propiziatorio:“Un Vincitore è soltanto un perdente che non ha mai smesso di sognare”. Giusto parlando di dente avvelenato, dove vorresti ben figurare il prossimo anno.
Mah, esperienza nuova, corse nuove tutte molto importanti, non so sinceramente dove e quando ma, se capiterà di correre in toscana giusto per togliermi un dente avvelenato, beh li correrò sicuramente con più grinta che gambe.

L’ho chiesto anche ad altri. Qual’é la corsa che più ti piace tra quelle affrontate in calendario?
Il calendario italiano è affascinante.  Anche se ovviamente non possiamo correre le corse Rcs, tutte le altre tipo Coppi e Bartali, Trittico Lombardo, Memorial Pantani. Insomma tutte corse che hanno fatto la storia del ciclismo italiano.

Hai scelto di fare questo ultimo anno “Under23” come Continental. Aldilà del fatto che le corse per dilettanti stiano diventando troppo “strapaesane”, cosa ti ha mosso a propendere per questa scelta da un punto di vista prettamente formativo, aldilà dei diversi contenuti sportivi, tecnico-tattici di corsa?
Sai, ormai come hai detto tu, soprattutto in toscana e a parte qualche eccezione, le corse stanno diventando di paese e ci sono sempre i soliti a correre. Avevo bisogno di nuovi stimoli, e penso mi sia stata data una delle opportunità più formative per potere confrontarmi con professionisti di altissimo livello e allo stesso tempo crescere con tranquillità senza l’assillo del risultato.

Dove vorresti assolutamente migliorare nella prossima stagione?
Vorrei avere innanzitutto una continuità di condizione, che l’anno scorso non ho avuto per via di una preparazione sbagliata. Poi, beh, sicuramente in volata.

Si comincia a viaggiare e mettere fuori la testa dall’Italia. Hai già un po’ di esperienza di corsa all’estero? Racconta un po’ quello che hai fatto “di estero” sin da juniores.
Purtroppo, come hai detto in precedenza, io sono ligure ma sono cresciuto ciclisticamente in Toscana, ormai la conosco tutta in lungo e in largo, e di estero si può dire che ho fatto le corse internazionali perché la fortuna di correre all’estero non l’ho mai avuta purtroppo.

Quest’anno la tua regione spenderà parecchio nel ciclismo per rilanciare la sua immagine. Quanto è difficile però fare ciclismo in Liguria e, visto il territorio, come ti organizzi negli allenamenti? Racconta un po’ di strade, percorsi e salite che fai, non solo nelle uscite sulla “distanza”.
La Liguria, soprattutto qui a La Spezia, ha sempre cercato di rinnovare il suo ciclismo però, come ben sai, anche uno degli appuntamenti più importanti per la categoria juniores il Giro della Lunigiana quest’anno per via della crisi non si è potuto disputare. Io sono molto fortunato, amo la mia terra, ho il mare, ho la montagna e la collina. Quando faccio scarico di solito mi vado a fare un bel lungomare verso Marina di Carrara, mentre invece per la distanza ho l’imbarazzo della scelta: Fosdinovo, Aulla, Fivizzano, Cerreto, Pontremoli, Borghetto, insomma tutti questi posti ormai li conosco come le mie tasche e sono veramente splendidi da girare in bicicletta, anche se negli ultimi anni martoriati dalle alluvioni; siamo gente forte che si sa rialzare sempre!

C’è un ciclista prof del presente o del passato che ha scatenato o scatena il tuo tifo? E, senza falsi pudori, fai un nome a cui ti senti affine come doti tecniche o a cui ti ispiri.
Amo Fabian Cancellara per la sua classe in bici e sulle pietre del pavé, per non parlare di quello che ha saputo fare a crono (specialità che amo) mentre invece, non voglio fare il ganzo però, come attitudini mi rivedo molto in Vincenzo Nibali, sia perché va forte (anche se molto di più) nel mio stesso campo sia perché mi rivedo molto anche nella sua posizione in bici.

Stop ciclismo. Squadra del cuore, attrice preferita, piatto preferito, cantante preferito Ligabue (ti risparmio il tempo, in foto il selfie al concerto del cantante emiliano). Altri interessi?

Tifoso Juventino da sempre anche se mi ci sono riavvicinato tanto da poco grazie al mio migliore amico, Juventino sfegatato. Attrice beh … ultimamente Jennifer Lawrence, protagonista di Hunger Games. Piatto classico, la pizza, mangerei la pizza dalla colazione alla cena, cantante si il grande Luciano (ma come fai a sapere tutte ‘ste robe??? Ho un’altra grande passione … sono malato di auto!!!

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