GIRO D'ITALIA 2015NEWSPROFESSIONISTI

Claudio Corti: “Meritavamo anche il Giro, peccato”

team colombia

 

Nel quartier generale del Team Colombia-Coldeportes ad Adro (Brescia) è stata una giornata particolare. L’attesa decisione di RCS Sport relativa all’assegnazione delle wild-card ha visto il team diretto da Claudio Corti invitato alla Tirreno-Adriatico, alla Milano-Sanremo e al Lombardia, ma non al Giro d’Italia, a cui la formazione colombiana aveva partecipato con onore e ottimi risultati nelle ultime due edizioni.

Claudio Corti è un manager di esperienza, poco propenso alle polemiche, anche se il suo disappunto è palpabile: “Ci dispiace, ovviamente, perché siamo convinti che avremmo meritato di correre il Giro, il nostro rendimento nelle ultime due edizioni ne è la prova evidente. In compenso stiamo ricevendo grandi attestati di stima e di considerazione, sui social media registriamo un’ondata di commenti che confermano, per chi non se ne fosse ancora reso conto, il grande entusiasmo e calore che questa squadra ha saputo suscitare”.

“Il nostro obbiettivo di quest’anno era guadagnarci un posto al Giro e alla Vuelta. RCS ci ha selezionati per le altre corse ma non per il Giro; per contro siamo fiduciosi di ottenere dalla Vuelta a Espana una maggiore considerazione. Ci sono state preferite squadre che meritavano meno di noi dal punto di vista etico, sportivo e professionale. Io dico che in certe valutazioni dovrebbe contare anche la storia sportiva di una società e di chi la dirige”.

“Ho rispetto per gli organizzatori in genere ed in particolare ho stima e amicizia nei confronti di Mauro Vegni – continua Corti – . Mauro dice di aver voluto sostenere il movimento ciclistico italiano senza perdere di vista l’obiettivo dello sviluppo internazionale in territori considerati strategici. Eppure la nostra squadra è da quattro anni regolarmente affiliata in Italia, è perfettamente in regola, e rappresenta un Paese che per il Giro è strategico eccome, per non parlare dell’intero Sudamerica… E’ per tutti questi motivi che fatico a comprendere la decisione”.

“Inoltre, – conclude Corti – con tutto il rispetto, a me sembra che un Paese come la Colombia, che sta dando molto al ciclismo, avrebbe meritato più attenzione. Noi continueremo per la nostra strada, sempre con la schiena dritta”.

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