GIRO D'ITALIA 2015NEWSPROFESSIONISTI

GRANDE SPETTACOLO SUL MORTIROLO: VITTORIA DI LANDA CONTADOR SEMPRE PIÙ ROSA

Mikel Landa fa doppietta sul traguardo di Aprica
Alberto Contador fora, recupera, vola sul Mortirolo e consolida la Maglia Rosa

Fabio Aru è ora al terzo posto dietro Landa
Risultati completi, foto della gara, audio della conferenza stampa, interviste video

Aprica, 26 maggio 2015 – Mikel Landa (Astana Pro Team) ha vinto la seconda tappa consecutiva al Giro d’Italia, arrivando da solo sul traguardo di Aprica. Lo spagnolo ha preceduto Steven Kruijswijk (Team Lotto NL – Jumbo) e Alberto Contador (Tinkoff Saxo), che grazie al terzo posto ha consolidato la leadership nella classifica generale.

La Maglia Rosa, vittima di una foratura, è rimasto attardato a causa del conseguente attacco del Team Katusha e dell’Astana. Grazie all’aiuto del compagno Ivan Basso, che gli ha donato una ruota, ha ripreso prontamente, recuperando tutto lo svantaggio sulle rampe iniziali del Mortirolo per poi partire al contrattacco seguito dai soli Kruijswijk e Landa.

Fabio Aru (Astana Pro Team), giunto al traguardo al settimo posto a 2’52” dal vincitore, è stato vittima di un problema meccanico mentre era all’inseguimento del terzetto di testa dopo essere stato staccato sul Mortirolo. Il corridore sardo si trova ora al terzo posto in classifica generale, dietro il compagno Landa.

Steven Kruijswijk, grazie anche ai punti conquistati passando per primo sul Mortirolo, indossa ora la Maglia Azzurra di miglior scalatore. Restano invariate le altre maglie: Elia Viviani (Team Sky), Maglia Rossa di leader della classifica a punti e Fabio Aru, Maglia Bianca di miglior giovane.

I TEMPI DI SCALATA DEL MORTIROLO (MIGLIORI 5)
1 – Alberto Contador (Tinkoff Saxo) – 45’07”
2 – Steven Kruijswijk (Team Lotto NL – Jumbo) – 45’56”
3 – Mikel Landa (Astana Pro Team) – 46’00”

4 – Andre Cardoso (Team Cannondale – Garmin) – 46’35”
5 – Ryder Hesjedal (Team Cannondale – Garmin) – 46’52”

CONFERENZA STAMPA
Mikel Landa (Astana Pro Team), Vincitore di Tappa
D: Domani sarà Aru a correre per te?
R: Non lo so ancora. Non ho ancora visto la classifica generale. Dobbiamo vedere come staranno le gambe. So solo che sono secondo ma non so i distacchi da Contador. Vedremo come recupera Fabio: lo scenario ideale sarebbe poter lavorare assieme contro Contador.

D: Hai mai pensato di attaccare sul Mortirolo?
R: A dire la verità ero concentrato sulla salita dell’Aprica. Quando l’abbiamo affrontata la prima volta c’era vento laterale, le pendenze non erano molto alte e non era certo la mia salita ideale. Abbiamo cercato di forzare il ritmo prima del Mortirolo per fare soffrire Alberto, venirci a riprendere gli sarebbe costato. Dopo che Alberto ci ha ripreso ho notato che Aru non stava bene. A quel punto mi hanno detto di partire e cercare di vincere la tappa.

D: Se tu non avessi dovuto lavorare per Aru avresti potuto vincere questo Giro d’Italia?
R: Se io avessi corso da capitano può darsi che non avrei fatto assolutamente niente. Non si sa mai. Sono in una situazione completamente nuova, è andata come è andata e vedremo come finirà.

Alberto Contador (Tinkoff Saxo), Maglia Rosa
D: Come valuti la tua performance nella tappa di oggi?
A: Mi sento orgoglioso di essere stato il protagonista di questa tappa. Era molto complicata. Fino alla mia foratura sulla discesa dall’Aprica tutto andava alla perfezione. Basso mi ha dato una ruota ma ci è voluto tempo per cambiarla, mi sono trovato in un gruppo di inseguitori. Mi aspettavo a quel punto uno scenario simile a quello che poi è successo. Non voglio discutere se fosse corretto o meno.

D: Cosa pensi della tua squadra oggi?
R: Penso che i miei compagni sono stati straordinari. L’intero team mi ha atteso e abbiamo lavorato insieme. La mia frequenza cardiaca sul piano era 180. Davanti stavano spingendo a pieno gas per aprire un varco. Quando ho visto che gli Astana si erano organizzati sapevo di iniziare il Mortirolo con un certo distacco. Quando abbiamo attaccato il Mortirolo stavamo generando un numero incredibile di watt. La mia squadra ha assunto il controllo della corsa dal primo giorno, la gente questo spesso se lo dimentica.

D: Che cosa stavi pensando ai piedi del Mortirolo?
R: Il problema non è stato tanto iniziare la salita distaccato ma finire la discesa 10 chilometri prima con un gap da colmare. Sapevo sarebbe stato difficile: mi mancavano 45 chilometri durante i quali non ho potuto permettermi di avere problemi meccanici o andare crisi. È stata una sfida e sapevo che cominciava la parte difficile. Sul Mortirolo ho pedalato al mio ritmo. Sapevo che era una prova a cronometro. Non potevo permettermi di perdere la calma. Dopo che ho messo la ruota di Basso ho scalato il Mortirolo con il 34-30.

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