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RICHMOND: Under 23, i commenti a caldo del dopo gara

consonni ledanois

Richmond (USA) (26/9) – Il volto scuro di Simone Consonni, subito dopo l’arrivo e sul podio, è la testimonianza forse migliore del valore e del livello raggiunto dal gruppo di Marino Amadori. Gruppo approdato al Mondiale come squadra da battere e come tale si è comportato, realizzando una prova che solo parzialmente trova il meritato premio nella medaglia d’argento del ragazzo di Ponte San Pietro (foto Bettini)

“Non possono rimproverare nulla ai ragazzi” ha detto al termine Marino Amadori, anche lui più dispiaciuto per l’oro sfuggito che per l’argento conquistato. “Sono soddisfatto per come hanno corso i ragazzi, meno per l’epilogo. Credo che una medaglia d’oro sarebbe stata il giusto premio per questo gruppo, per un atleta serio come Simone e per tutto il nostro movimento, perché al collo di un ragazzo che si divide con uguale impegno e risultati sia su strada e che su pista. ” E a nulla vale fargli presente che erano 7 anni, dal 2008 con Simone Ponzi, che non si vinceva nulla. Invece oggi lungo il circuito reso insidioso dalla pioggia gli azzurri hanno corso con la determinazione di gruppo convinto di potercela fare.

Il racconto degli ultimi chilometri attraverso le parole dei protagonisti, cominciando da Davide Martinelli: “Quando mi ha superato il francese non ce l’ho fatta a stargli dietro. Poi sono caduti e siamo rimasti imbrigliati dietro. Stavo bene, potevo dare una mano a Gianni e Simone…”.

Gianni Moscon ha chiuso al quarto posto, ma con un grande rammarico: “All’inizio dello strappo è caduto un belga davanti a me, l’ho evitato ma il piede mi è uscito dal pedale. Ho perso qualche secondo e mi sono ritrovato nella pancia del gruppo. Sono riuscito a tornare tra i primi ho visto che avevo Simone alla ruota e sono partito a tutta… Alla fine della salita, sul rettilineo, eravamo ancora in tre… ho continuato convinto che Simone ce l’avrebbe fatta.”

Da parte sua Simone Consonni non si dà pace: “Mi sono trovato davanti, con Gianni e Turgis. Non ho avuto il coraggio di partire. Mi dispiace, perché avevo le gambe, la squadra aveva lavorato al meglio e se avessi fatto quello scatto ai 250 metri adesso quella maglia sarebbe mia. Peccato, soprattutto perché la squadra aveva fatto un gran lavoro e non posso che fare i complimenti a tutti. Non capita tutti i giorni un’occasione simile..”

Eppure passata la rabbia per un titolo sfumato, questa medaglia rappresenta un ottimo risultato per una categoria che ci ha visto grandi protagonisti negli anni ’90 ma in sofferenza nell’ultimo decennio: “Il rammarico c’è – conferma Davide Cassani, coordinatore delle squadre Nazionali – perché Simone oggi ha dimostrato che aveva la forza per fare grandi cose. Non dobbiamo dimenticare però che i due francesi saliti sul podio sono già professionisti (Ledanois per la Bretagne Séché Environnement, Turgis per la Cofidis) e che una medaglia in questa categoria mancava dal 2008.”

comunicato FCI

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