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CICLISMO: DOPING LAMPRE ASSOLTI I DUE FRATELLI MORI

Da sx Mori e Taddei

Nella foto Massimiliano Mori

GUARDATI ingiustamente con sospetto, doversi vergognare per qualcosa che erano sicuri di non aver fatto. Con questo giudizio che pendeva sulla loro testa come una spada di Damocle, i due fratelli di Molino D’Egola, zona comprensorio e cuoio, Massimiliano (che ha cessato due anni fa l’attività) e Manuele Mori, ancora in bici con il Team Lampre Merida, hanno continuato a gareggiare. Ora dopo 7 anni di indagini e due di dibattimento, con ben 27 imputati tra atleti, dirigenti medici e farmacisti, su quello che era definito il “Caso Lampre” con l’accusa del “doping di squadra” la dott. Giuditta Silvestrini del tribunale di Mantova non ha avuto dubbi nell’assolvere con formula piena tutti gli imputati.

“Possiamo tornare a sorridere – dice Massimiliano Mori – finalmente giustizia è stata fatta e sia io che mio fratello Manuele non avevamo dubbi, dopo questi anni sofferti, e la gogna mediatica che c’è stata”.

Non è dato sapere al momento se i gli imputati assolti, e quindi i due fratelli Mori chiederanno un risarcimento danni per questa vicenda. L’avv. Pavone si è detto cauto. “Abbiamo solo la lettura del dispositivo, e non possiamo a caldo dire cosa faremo. Attendiamo con interesse il deposito delle motivazioni per capire come potremo muoverci”. Ricordiamo che oltre ai fratelli Mori, tra gli imputati c’erano anche Cunego, Gavazzi, Bruseghin, Ponzi, l’ex iridato Ballan, Bandiera, Pietropolli, Da Dalto, Caucchioli, Lorenzetto, il direttore sportivo Fabrizio Bontempi, il team manager Giuseppe Saronni. In pratica gli unici condannati sono stati il farmacista Guido Nigrelli ed il cicloamatore Sebastian Gilmozzi.

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