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IL GIRO D’ONORE ARRIVA A MILANO ED INCORONA LE SUE STELLE AZZURRE

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NEL 130 ANNIVERSARIO DELLA FEDERCICLISMO, IL GIRO D’ONORE ARRIVA A MILANO ED INCORONA LE SUE STELLE AZZURRE

Milano accoglie l’edizione numero dieci del Giro d’Onore. In una cornice all’avanguardia come palazzo Unicredit, si celebrano le 49 medaglie vinte dagli azzurri che hanno onorato il Tricolore e la Maglia Azzurra in ambito internazionale: dagli ori delle giovanissime Elena Pirrone e Letizia Paternoster al Festival Olimpico della gioventù, fino al vincitore della Vuelta, Fabio Aru passando per gli argenti mondiali di Malori a cronometro e di Consonni in linea, ai successi su pista con il record mondiale ottenuto dal quartetto azzurro donne juniores nell’inseguimento, a quelli del fuoristrada ed alla sempre più vincente Nazionale Paralimpica.  Alla cerimonia il presidente del Coni Malagò che oltre ai complimenti per i successi stagionali ha aggiunto:”Mi aspetto molto dal ciclismo a Rio perché questa Federazione ha molte frecce nel suo arco”

E’ la giornata che premia le eccellenze del ciclismo italiano nel mondo. Il Giro d’Onore, alla sua 10^ edizione ha un parterre sempre più ricco di stelle ed anche questa edizione, che omaggia i 130 anni dalla nascita della Federciclismo, premia tutti gli azzurri di ogni categoria e settore che hanno onorato la Maglia Azzurra contribuendo a far conquistare all’Italia ben 49 medaglie, un risultato storico come la Coppa Nazioni UCI nella categoria U23, e due piazze d’onore nelle classifiche Uci World ed Europea Tour.

 

Alla cerimonia non poteva mancare il presidente del Coni, Giovanni Malagò – “Ci tengo ad esserci quando il ciclismo chiama – ha detto – Il ciclismo è il ciclismo lo sappiamo e sta facendo un grande lavoro. Dal ciclismo mi aspetto molto a Rio2016 perché la Federazione ha molte frecce nel suo arco. C’è inoltre una multidisciplinarietà all’interno della Federciclismo e possono esserci molte situazioni per arrivare ai successi. C’è l’ambizione è l’aspirazione a fare bene a Rio. Considerando inoltre che la “bufera” è ormai passata” – conclude Malagò.

 

Questa del 2015 è un’edizione davvero speciale del Giro d’Onore perché coincide con i 130 anni dalla nascita della nostra Federazione. In questa sala, oggi rendiamo omaggio anche alla nostra Storia, alle nostre eccellenze del ciclismo. Questo appuntamento è inoltre importante perché chiude l’anno preolimpico. Perciò è la sintesi di un intero triennio di progetti, di lavoro, di sacrifici finalizzati al traguardo “clou” della prossima stagione agonistica: i Giochi Olimpici di Rio de Janeiro. In avvicinamento a questo traguardo, oggi dico che il ciclismo italiano esce da anni difficili e travagliati rigenerato e rinvigorito. E festeggiare e celebrare con un Giro d’onore 49 medaglie vinte ai campionati mondiali ed europei di tutte le specialità, permette di credere che il movimento è in salute e all’altezza della nostra tradizione e della Storia che ci unisce” – dichiara il presidente Di Rocco.

 

I più sentiti complimenti agli azzurri premiati sono arrivati anche dall’Assessore allo Sport e politiche dei giovani della Regione Lombardia, Antonio Rossi, intervenuto all’evento: “Tre giornate intense di premiazioni tra cui il Giro d’Onore che grazie al presidente Di Rocco è approdato a Milano, come riconoscimento della grande attività e corse importanti che la regione ospita”. Anche il Presidente del CIP, Luca Pancalli ha sottolineato l’importanza del celebrale tutti i successi del ciclismo e del paraciclismo.

 

Tra gli ospiti ad applaudire gli atleti anche il Direttore della Gazzetta dello Sport, Andrea Monti e Pier Bergonzi, caporedattore centrale, i grandi del ciclismo come Felice Gimondi e Marino Vigna, il segretario Generale della FCI, Maria Cristina Gabriotti e tutto il Consiglio Federale che insieme ai presidenti Malagò, Di Rocco e Pancalli hanno premiato i vincitori.

 

Nella stessa cornice l’occasione ha visto la consegna della Tessera FCI UrbanBike, pedala la città (www.urbanbike.it) a Monti, Bergonzi e Rossi.

 

Le medaglie dei giovani –  allievi, juniores e U23: l’Italia che cresce competitiva con la multidisciplinarietà

Delle 49 medaglie vinte, escludendo le 15 medaglie vinte dalla Nazionale Paralimpica, 34 arrivano dagli agonisti categorie élite, U23, Juniores, allievi maschili e femminili e di queste 11 sono d’oro, 12 d’argento e 11 di bronzo.  Molte provengono dalle categorie giovani (allievi, juniores e U23) di ogni settore. Spiccano i due ori vinti da Elena Pirrone e Letizia Paternoster, rispettivamente a cronometro ed in linea, al Festival Olimpico della Gioventù. Si sommano anche i successi conquistati dagli junior su pista: il titolo mondiale di Elisa Balsamo nello scratch, i bronzi di Martini Alzini nella disciplina olimpica dell’omnium, di Imerio Cima e CarloAlberto Giordani nel madison e lo straordinario bronzo ai mondiali nella velocità a squadre femminile (con Bissolati e Vece) a riconferma dell’argento vinto dalla coppia agli europei, segnale di un ottimo lavoro svolto che ha gettato le basi per il futuro azzurro nella disciplina. Si devono aggiungere anche i tre titoli europei di Rachele Barbieri (corsa a punti), Elena Bissolati (scratch) e del quartetto azzurro donne (Balsamo, Barbieri, Bertizzolo, Cavalli) che hanno registrato il record del mondo nella specialità.

 

Su strada si è messa in evidenza la categoria U23, anticamera del professionismo, che con giovani di talento come Consonni (argento mondiale su strada, bronzo europeo nel madison su pista con Lamon e argento nell’eliminazione), Moscon e Davide Martinelli (bronzo europeo in linea) ed altri giovani individuati, hanno contribuito a conquistare la Coppa Nazioni UCI U23, risultato storico per l’Italia. Sono i giovani del ricambio generazionale, completi anche per la loro attività su pista e che seguono le orme di Elia Viviani, plurivincitore su strada e plurimedagliato anche quest’anno su pista bissando il successo europeo del 2014 nell’omnium, con un bronzo mondiale nella stessa disciplina olimpica oltre all’argento mondiale nel madison in coppia con Bertazzo.

 

Nel settore femminile, oltre all’argento europeo nella categoria élite di Ilaria Sanguineti, Nadia Quagliotto è la campionessa europea in linea juniores e Rachele Barbieri, già vincitrice su pista di tue titoli europei, è d’argento: altro esempio di come la multidisciplinarietà anche qui è stata ben assorbita. E’ palese che il settore, da tempo orgoglio della Federciclismo grazie ai successi conquistati da atlete di esperienza (quest’anno Elisa Longo Borghini ha dominato il Giro delle Fiandre e Annalisa Cucinotta ha vinto l’argento nell’eliminazione su pista), trova sempre conferme anche nelle categorie più giovani.

 

Anche nel fuoristrada i successi sono evidenti: il titolo mondiale della junior Martina Berta nel cross-country, quello europeo dello junior Loris Revello (DH), il bronzo europeo dell’allievo Xillo Edoardo (cross-country), confermano che il vivaio esiste. Ed anche nella categoria élite, le giovani Chiara Teocchi ed Eleonora Farina, rispettivamente bronzo nell’eliminator e nel DH, oltre al bronzo di Alice Arzuffi nella categoria women youth agli europei ciclocross, all’argento europeo di Veronika Widmann nel DH e quello di Anna Oberparlaiter nell’eliminator, rappresentano la continuità.

 

Gli atleti faro dell’Italia

Il Giro d’onore naturalmente per atleti guida del movimento: da Adriano Malori, il cronoman d’eccellenza argento nella prova iridata contro il tempo riportando l’Italia sul podio di specialità dopo 21 anni, a Eva Lechner che oltre all’argento europeo nella disciplina olimpica del cross-country ha conquistato, con il plurititolato Marco Aurelio Fontana e atleti di nuova generazione come Francesco Bonetto e Giole Bertolini, il bronzo mondiale mantenendo così viva la tradizione azzurra nel Team Relay olimpico per Nazioni confermando l’Italia tra le Nazioni più competitive; passando per la sempre più vincente Nazionale di paraciclismo che ha conquistato ben 15 medaglie mondiali di cui  9 titoli iridati (uno di nuovo nella staffetta per Nazioni), 1 argento e 5 bronzi: Alex Zanardi, Luca Mazzone, Vittorio Podestà ma anche Francesca Porcellato, Giorgio Farroni, Giancarlo Masini, Jenny Narcisi, Andrea Tarlao e la coppia del tandem Emanuele Bersini e Riccardo Panizza.

Dopo aver festeggiato nella scorsa edizione il successo di Vincenzo Nibali al Tour de France, quest’anno un giro d’onore per Fabio Aru, vincitore della Vuelta a Espana, che ha contribuito a portare il ciclismo italiano sulla vetta di un dei “Grandi Giri”. Non soltanto. Lo stesso Nibali in questa stagione ha conquistato il Giro di Lombardia, una delle cinque classiche monumento che mancava all’Italia da sette anni.

Un riconoscimento anche agli atleti che hanno contribuito a portare l’Italia al secondo posto nella classifica per Nazioni UCI World Tour e UCI Europe Tour.

 

Tra i premiati anche i vincitori della Coppa Italia Strada Elite/Professionisti: la Southeast, come team vincitore; Sonny Colbrelli, come vincitore della Classifica individuale e Louis Meintjes, come vincitore della Classifica Giovani.

 

Un Giro d’Onore, per il Coordinatore delle Nazionali, Davide Cassani , ai Commissari Tecnici, Dino Salvoldi, Marino Amadori, Marco Villa, Hubert Pallhubert, Roberto Vernassa, Fausto Scotti e Mario Valentini  e per i collaboratori tecnici Marco Velo e Paolo Sangalli, per il prezioso lavoro che svolgono con gli Atleti, il Settore Tecnico e le Società.

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