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EUROPEI STRADA: Sagan il nuovo Cannibale

Plumelec (FRA) (18/9) – Non poteva esserci un campione migliore per onorare la prima edizione dei Campionati Europei Elite. Ha vinto, infatti, con (quasi) irrisoria facilità Peter Sagan, campione del mondo in carica e sicuramente il ciclista più forte in circolazione per quanto riguarda le corse di un giorno. Sul traguardo di Plumelec, posto in cima alla Cote de Cadoudal, lo slovacco ha regolato Julian Alaphilippe, astro nascente del ciclismo transalpino e campione di casa. Al terzo posto lo spagnolo Daniel Moreno Fernandez.

L’Italia di Davide Cassani, pur raccogliendo alla fine come miglior risultato il nono posto di Diego Ulissi, ha però sfiorato il successo, avendo la conferma inoltre di poter contare in futuro su un corridore che solo adesso sta raggiungendo la piena maturità psicofisica. Moreno Moser, infatti, protagonista a 10 chilometri dalla conclusione, di una bellissima azione solitaria (dopo essere stato in fuga con una decina di corridori, tra cui Aru). L’azzurro ha dato fondo a tutte le sue energie, provando a sventare l’arrivo a ranghi compatti ampiamente previsto alla vigilia.

Il piano prevedeva – ha detto Davide Cassaniche Moreno provasse in quel punto, oppure a 2 chilometri dalla conclusione. Una decisione che spettava a lui, in base alle sensazioni…”. Il tentativo di Moreno, dopo 230 chilometri di corsa, ci consegna un corridore con una grande condizione e un talento forse ancora non pienamente espresso. Non è facile, infatti, sostenere quei ritmi dopo così tanti chilometri quando, per i più, si accende la luce della riserva. Il gruppo tentenna prima di chiudere il buco, perfettamente controllato dagli azzurri, Aru, Villella e Visconti su tutti, che stoppano i vari tentativi.

Quando inizia la Cote il vantaggio è attorno ai 20”, ma a quel punto entrano in campo i big. Si muovono i belgi, si muovono anche i polacchi e i francesi. Si muove, in prima persona, Peter Sagan. Sotto lo striscione dell’ultimo chilometro si esaurisce il tentativo di Moser e parte Villella… l’Italia di Davide Cassani è decisa a giocarsi tutte le proprie carte: “Dovevamo costringere i big alla difesa, in modo da preparare al meglio la volata con Ulissi e Colbrelli..” dirà Cassani. E in effetti si muovono i più forti, ma al momento decisivo, negli ultimi 200 metri, ci manca ancora lo spunto finale: “Ero messo bene – chiosa Ulissi ma sulla curva che porta al rettilineo (in salita, ndr.) mi è mancata la gamba. Ho perso le ruote giuste…”. Chiude al nono posto, migliore degli azzurri.

“E’ stata una bella gara – commenta Cassani – abbiamo fatto quello che ci eravamo ripromessi e francamente non posso rimproverare nulla. Eppoi, con un Sagan così…”.

In effetti la volata del campione slovacco è addirittura disarmante. A meno di 100 metri innesta il turbo e lascia una bicicletta alla compagnia. Sul traguardo si volta come a dire: “Così facile?” con buona pace di quanti pensassero che lo slovacco avrebbe disdegnato questa prova: “Perché avrei dovuto? – dirà in sala stampa -. Se si fosse fatta a Nizza non avrei partecipato. Quando invece abbiamo saputo che era su questo percorso, ci siamo convinti a provare. Siamo arrivati qui in cinque, ma poi alla fine abbiamo corso in tre… nessun gioco di squadra. Quando ci sono gare così, ci sono solo due modi per vincere: o vai in fuga oppure attendi la volata. Ho scelto questa ultima soluzione… è andata bene. Un titolo europeo vale, non come un mondiale, ma è sempre un titolo. In questa stagione, che sembra tutta così magica, anche se troppo lunga, non voglio lasciare nulla. Diciamo che mi sono assicurato una maglia anche per il prossimo anno, poi ad ottobre si vedrà…”

Alla nazionale azzurra non si può imputare certo mancanza di iniziativa, anzi. Quando la gara entra nel vivo, a una cinquantina di chilometri dalla conclusione, avanti si sono viste le maglie dell’Italia, in particolare Moser, Villella, Visconti e Aru. Il sardo ha dato prova di carattere in un percorso che non si addiceva certo alle sue caratteristiche. Ha controllato e coordinato il gruppo: “Sono contento di come ha risposto la squadra e della mia corsa, difficile fare di più..”. Peccato per la caduta di Moscon a 20 chilometri dalla fine “uno spagnolo ha stretto in curva, mandandomi sul marciapiede..”, sarebbe servito nel finale.

Doverosa la chiusura con le parole dell’eroe di giornata Moreno Moser: “Quando mi sono trovato a 6 chilometri dalla conclusione con 30” pensavo proprio di farcela. Mi sentivo bene e ho provato. E’ un periodo in cui sono in forma e mi sto divertendo….”

Si chiude in questo modo un’edizione degli Europei che ha comunque portato grandi soddisfazioni all’Italia e numerose indicazioni in chiave futura. Per la prima volta, ed è sicuramente l’elemento più evidente, chiudiamo in testa nel medagliere per quanto riguarda le cronometro (1 oro, 2 argenti e 1 bronzo). Andiamo a medaglia in quasi tutte le prove, concludendo con un bottino compressivo di sette podi: 1 oro, 3 argenti e 2 bronzi. Il settore femminile coglie la 17^ medaglia della stagione tra Olimpiadi, Mondiali, Europei, strada e pista. Il settore U23 porta a casa 2 medaglie e, per quanto riguarda la strada, continua a salire sul podio, dando continuità all’argento di Consonni a Richmond. La Nazionale di Cassani, infine, corre da protagonista, con una buona personalità alla luce anche dell’età media bassa. Considerato che questi Europei rappresentano una tappa di avvicinamento ai Mondiali e che quindi la stagione non è ancora conclusa, non possiamo che essere soddisfatti.

Antonio Ungaro

Ordine di arrivo: 1. Peter Sagan (Slo) km. 232,9 in 5h34’23”; 2. Julian Alaphilippe (Fra); 3. Daniel Moreno Fernandez (Spa); 4. Samuel Dumoulin (Fra); 5. Petr Vakoc (Cze); 6. Rui Faria da Costa (Por); 7. Tony Gallopin (Fra) a 3”; 8. Philippe Gilbert (Bel); 9. Diego Ulissi (Ita); 10. Luis Leon Sanchez Gil (Spa); 21. Giovanni Visconti (Ita) a 16”; 23. Fabio Aru (Ita); 29. Sonny Colbrelli (Ita) a 39”; 31. Davide Villella (Ita) a 43”; 41. Moreno Moser (Ita) a 1’55”; 76. Gianni Moscon (Ita) a 4’14”; nc Valerio Conti, Enrico Gasparotto.

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