SABATO 20 SETTEMBRE A VILLA SHIFT A MONTIGNOSO (MS)LA PRESENTAZIONE DEL LIBRO “TRA PASSIONE E REALTA'”
Sabato 20 Settembre alle ore 17.30 nel verde scenario di Villa Shiff, sede del comune di Montignoso, verrà presentato il secondo libro di Gian
Carlo Ceruti, dal titolo “TRA PASSIONE E REALTA’- antropologia di una Cultura ciclistica”.
Gian Carlo Ceruti si collega a precedenti ricerche ed in particolare a “IL CICLISMO DALLA SICILIA ALLA TOSCANA – antropologia di una
migrazione” e mette in evidenza determinati aspetti del ciclismo collocando le analisi culturali in un sorta di “via di mezzo” tra storia
e filosofia, tra antropologia e psicologia con un’osservazione a trattidistaccata, solitaria ma sistematica e prolungata. L’insieme è il frutto
di una ricerca etnografica ed è nel complesso un tentativo di coinvolgere anche un pubblico non specialistico. L’autore ha scelto la
zona apuana in quanto durante il suoi mandati da Presidente Federale è stato molto vicino e presente al territorio con diverse presenze alle
manifestazioni locali.
Alcune note biografiche sull’autore: Gian Carlo Ceruti Laureato in Scienze Antropologiche ed Etnologiche, in
Filosofia e in Scienze Politiche. E’ stato un dirigente della Federazione Ciclistica Italiana, in qualità di Presidente Nazionale per
due mandati dal 1997 al 2005. Negli stessi anni componente del Consiglio Nazionale CONI e della Commissione Mondiale per la “Lotta al doping”
dell’Unione Ciclistica Internazionale, nonché Consigliere Nazionale dell’Istituto del Credito Sportivo. Nel 2013 ha pubblicato “IL CICLISMO
DALLA SICILIA ALLA TOSCANA – antropologia di una migrazione” dove si esaminava una vera e propria migrazione di giovani ciclisti siciliani e
meridionali in Toscana, terra tradizionalmente vocata al ciclismo. I “siciliani” più illustri e più recenti di questa “migrazione” sono
Giovanni Visconti e Vincenzo Nibali, recente vincitore del Tour.
Prefazione del libro:
… Animati dalla passione, cinque amici di notte raggiungono a piedi la vetta dello Stelvio per assistere nel 1975 ad una Tappa del Giro
d’Italia. Uno di loro, pochi anni dopo, vede di frequente una ventina di giovani ciclisti dell’Est, allenarsi nella nebbia della valle padana.
Un mondo del ciclismo, che dagli anni Ottanta ha registrato dei profondi cambiamenti, ancora prima della Caduta del Muro di Berlino nel 1989.
Si è assistito attraverso l’immigrazione sportiva in Italia, ad una quantità di corpi in movimento. Anche il Sud del Paese non ha fatto
mancare la sua quota di corpi. Il vincitore del Tour de France 2014, il siciliano Vincenzo Nibali, seppur nella sua esperienza felice, ha fatto
parte di questo fenomeno.
Il massiccio uso di sostanze dopanti, le pressioni psicologiche per raggiungere i risultati a tutti i costi, hanno mietuto “vittime” e
deluso aspettative, non solo tra gli atleti ma anche negli sportivi e cittadini. La caduta di falsi campioni, ha evidenziato delle fragilità
del credo ciclistico. Ha intaccato le sue basi, la sua storia e le sue passioni. Il mondo solido del ciclismo si è scoperto “liquido” nel
contesto dei processi di globalizzazione. Il suo futuro è affidato a nuove forme di umanizzazione che si costruiscono anche in sella alla
bicicletta, nel pedalare in un mondo ecologico, solidale e meno competitivo …