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FORMAZIONE: Aggiornamento delle figure che operano nel mondo professionistico e franco dibattito sulla riforma del ciclismo

A Salsomaggiore Terme si è svolto oggi il corso organizzato dal Settore Studi della FCI Italiana con la Lega C.P. in sinergia con il CT Cassani, con Adispro e Accpi – Partecipata Tavola Rotonda su “La Riforma del Ciclismo” prevista per il 2017, le cui linee guida sono state illustrate da Van Damme, presidente della Federazione belga

Salsomaggiore Terme (PR) (22/11) – L’intensa giornata dedicata alla formazione e aggiornamento di competenze delle importanti figure che operano nel mondo del ciclismo professionistico ha visto un’ottima partecipazione. In apertura il saluto del Presidente Di Rocco: “Questo seminario unisce tutte le componenti del ciclismo professionistico italiano ed è un’occasione straordinaria per fare il punto della situazione e trovare insieme le risposte alle tematiche che riguardano il nostro movimento nel quadro dell’evoluzione del ciclismo mondiale. Dobbiamo anche guardare oltre il biennio olimpico in cui siamo entrati. Nel 2017 scatta la riforma elaborata dall’UCI. Credo che tutte le componenti del professionismo (Atleti, Organizzatori, Direttori Sportivi) debbano sforzarsi di analizzare con estremo realismo il processo di globalizzazione in atto anche nel nostro sport.
I problemi sul tappeto sono molti anche se, nonostante la crisi economica del Paese, la base del ciclismo italiano continua a crescere: un dato su tutti è l’aumento record dei Giovanissimi, ora a quota 17 mila. Anche le categorie agonistiche maschili, esordienti, allievi, juniores e under 23 non solo tengono, ma sono complessivamente in aumento. Gli élite nel 2006 erano 351 oggi sono 457. La presenza di corridori professionisti italiani tra i primi 100 del ranking Uci è tra le più consistenti. Tuttavia, per garantirci il futuro, dobbiamo evolverci ancora e sono convinto che dovremmo porre due parole guida al centro di questo incontro: Coordinamento e Sistema. Vale ha dire
– ha proseguito il presidente federale – Come coordinare le varie componenti per creare sinergia, come “fare sistema” anteponendo l’interesse generale del ciclismo italiano a quello di parte, superando vecchi schemi, gelosie e personalismi”.
Di Rocco ha concluso il suo saluto invitando a operare con apertura mentale e spirito di squadra, secondo il grande insegnamento di Alfredo Martini e Franco Ballerini, ripreso da Paolo Bettini e oggi da Davide Cassani.
Dopo la sessione mattutina dedicata alla formazione obbligatoria per i neo-professionisti, occasione unica nel panorama sportivo per valorizzare la professionalità ed il ruolo centrale degli atleti, introdotta dal saluto del presidente ACCPI, Cristian Salvato e del vice presidente Fci, Daniela Isetti, oltre ai direttori di organizzazione ed ai DS, si è aperta nel pomeriggio la Tavola Rotonda con il saluto di Vincenzo Scotti, presidente della Lega del Ciclismo Professionistico.
A seguire, l’intervento di Mauro Vegni, direttore del Giro d’Italia, che ha ripercorso l’iter della riforma, frutto di due anni di mediazione, ricordando come da alcune criticità evidenziate dagli attori partecipanti si è arrivati a una nuova stesura della proposta, poi illustrata da Van Damme, presidente della Federazione Belga, nonché dirigente UCI.
Van Damme, dopo aver esposto le sue competenze ricordando che lo scorso anno, insieme all’amico Di Rocco, è stato eletto nel Comitato Direttivo UCI e nominato presidente della Commissione Strada, ha detto: “E’ un onore essere qui. Il Belgio con Italia è tra i fondatori dell’UCI e del ciclismo. Questo è un privilegio che porta anche doveri. Come presidente della federazione belga ammiro molto l’Italia, i suoi grandi campioni, le strade storiche del ciclismo. L’Italia insieme al Belgio rappresenta la base del ciclismo, quello vecchio ma anche quello nuovo. Quella in cui viviamo è un’epoca di sviluppo, malgrado i problemi che abbiamo, e oggi il ciclismo è uno sport globalizzato. Questa globalizzazione ha quindi richiesto una riforma che prevede un calendario gare anche in altri Paesi. Nel nuovo progetto di riforma le basi non cambiano: maggior trasparenza, visibilità, credibilità e stabilità. Tutti dobbiamo compiere uno sforzo. E’ necessario pensare in termini globali, e non è sempre facile” .
Linee guida nuovo Progetto di Riforma
Le linee guida del nuovo progetto di Riforma del ciclismo, un documento, ha sottolineato più volte Van Damme, ancora in divenire, partono dalla problematica emersa nella proposta precedente legata alla divisione B che, per necessità, è stata semplificata perché mancava di logica considerando anche la difficoltà, dal punto di vista del marketing, di vendere la stessa categoria. L’UCI ha fatto una nuova proposta che si riduce in:
1. World Tour UCI > World Team, con l’idea di avere 16 squadre
2. UCI Challenge Tour > con l’idea di avere dalle 18 alle 22 squadre
3. Circuiti Continental o Continental Team con Development Team UCI.
Van Damme ha sottolineato come l’attuazione di queste linee guida, ancora una base di lavoro, sono da vedere in prospettiva futura, dal 2017 in avanti. Ha poi evidenziato come questa nuova proposta: “Non disegna un circuito chiuso, ma una buona piattaforma per favorire la partecipazione. e la crescita. L’idea è che ci sia movimento tra le categorie sia rispetto alle squadre sia rispetto alle corse stesse. Anche le gare dovranno presentare un piano marketing ed economico e chi rispetta i parametri potrà salire di categoria.
Da analizzare ancora le linee di partecipazione delle squadre. Le Continental dovranno comunque avere il passaporto biologico. Tuttavia deve essere ancora deciso come tutto questo sarà messo in pratica”.

Van Damme ha poi concluso così il suo intervento: “Nei nostri paesi gli organizzatori e le squadre hanno ambizioni. Queste sono le linee guida, i dettagli sono ancora da definire”.
Dopo l’intervento di Van Damme, si sono espresse tutte le componenti del ciclismo.
Mauro Vegni, direttore del Giro nella sua veste di organizzatore ha così commentato: “L’aspetto importante di questa riforma è che non prefigura un sistema chiuso, dando così a tutti gli attori in campo aspettative di miglioramento e di crescita. La stabilità, inoltre, deve essere garantita non solo nelle squadre di fascia alta. Vanno cioè contemperate le esigenze di ognuno, partendo dal presupposto che tutti dovremmo sacrificare qualcosa perché tutti facciamo parte di un processo in atto”.
Stefano Feltrin, consigliere di Lega nonché componente della Commissione Strada UCI e responsabile dei GS, è così intervenuto: “Abbiamo già fatto presente all’UCI come la nuova riforma non sia il frutto di una condivisione, ma solo di una imposizione. È necessaria una riforma secondo un iter concordato e non imposto”. Feltrin ha posto l’accento poi sulla questione della tutela dell’eventuale team che retrocede.
Luca Guercilena, team manager, ha paventato che con questa riforma sia alto il rischio di deprofessionalizzazione. “Chi ci rimette sono i tecnici e poi gli atleti. La speranza è che il criterio di stabilità sia rispettato”.
Federico Scaglia, in rappresentanza dei corridori ha posto l’accento sul non equilibrio insito nella riforma e sull’importanza di dare una sempre più chiara informazione soprattutto agli atleti.
La parola al Presidente Di Rocco, che ha sottolineato come “Abbiamo grosse potenzialità, ma se non le mettiamo in atto perderemo tutti qualcosa. Più siamo sinergici e coordinati, più riusciremo ad esprimere queste potenzialità’.
A conclusione Van Damme ha ringraziato per i primi feedback ricevuti sottolineando ancora che le linee guida sono un documento sottoposto a revisione e che si farà portavoce con il presidente Cookson di quanto emerso.
La Tavola Rotonda si è chiusa con le parole del Presidente Scotti: “C’è un interesse supremo che deve unire tutti. Vi invito a farvi promotori di proposte con la capacità di individuare le criticità della riforma. La stabilità nasce dalla sostenibilità e dobbiamo tutti esserne consapevoli”.

 

federciclismo.it

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