MTBNEWSPROFESSIONISTI

RIO2016: Nella Mtb olimpica Schurter imbattibile, Braidot ottimo 7°

Rio de Janeiro (Bra) – Ci abbiamo creduto, all’inizio. Poi, per un lungo tratto della prova, non abbiamo potuto fare a meno di ricordare l’epilogo della gara di Londra 2012 quando avanti a tutti c’erano Jaroslav Kulhavy, Nino Schurter e Marco AurelioFontana. L’epilogo della gara di oggi, ultima del programma ciclistico di Rio, ha ricalcato straordinariamente quello di quattro anni fa, con il ceko e lo svizzero in grado di imporre il proprio ritmo e costringere all’affanno tutti gli altri. Questa volta, però, erano solo loro due, nessun azzurro a fargli compagnia.

Fontana Delusione

Eppure Marco Aurelio Fontana ci ha provato subito dopo il via a ricalcare la gara di quattro anni fa, assistito da una determinazione ferrea. Dopo neanche due giri l’azzurro buca, contemporaneamente con Peter Sagan. I due raggiungono come possono l’area di cambio, ma la loro Olimpiade è terminata. “Quando ho bucato ero con i primi.. mi sentivo bene, molto bene. Ho cercato di raggiungere il box senza perdere troppo… ma ormai la gara era andata. Ripartire da dietro è molto difficile, tanta gente davanti, praticamente impossibile risalire le posizioni. Poi ho bucato un’altra volta, nella seconda parte di gara… troppa sfortuna”, dichiara alla fine.

Il nuovo campione olimpico è Nino Schurter, che a poco più di un giro dalla conclusione lascia la compagnia di Kulhavy e va a raccogliere una vittoria quanto mai meritata, per quanto visto in gara e per quanto fatto in questi anni.

Lucabraidot

Le speranza degli azzurri, in gara non si esauriscono, però, con l’uscita di scena di Fontana. Perché raccoglie il testimone, in testa alla corsa Luca Braidot, autore di una bella rimonta dopo una partenza incerta (nella foto sopra). L’illusione che un azzurro potesse ripetere l’impresa di quattro anni fa scema dopo un giro, quando Luca scivola indietro, forse pagando lo sforzo iniziale eccessivo. “Ad un certo punto ho cominciato a soffrire di crampi – racconta alla fine della prova -. Crampi che mi sono passati dopo tre giri, ma a quel punto il distacco dai primi era troppo. Ho pensato di fare la mia gara. Mi sono trovato con Absalon, poi il suo ritmo era troppo basso e sono partito da solo… In salita mi sono reso conto che ero più veloce degli altri. Peccato per i crampi..”.

Il rammarico aumenta se si pensa che Luca Braidot alla fine è autore di una gara bellissima. Dopo essere scivolato fino al 9° posto, l’atleta del GS Forestale recupera energie, i crampi lo abbandonano e ritrova il ritmo. Si lascia dietro Julien Absalon (la vera delusione di queste Olimpiadi) e prova a chiudere su Fluckiger e Botero Villegas, sfiorando un clamoroso recupero. Chiude in 7^ posizione, sicuramente il suo miglior risultato in carriera, data l’importanza della posta in palio e il valore degli avversari. Per lui una grande Olimpiade, nella quale paga forse un po’ di inesperienza, ma a 25 anni può guardare con ottimismo anche a Tokyo.

Lo conferma il CT Pallhuber al termine della prova: “Sono molto soddisfatto della gara di oggi. Luca ha ottenuto sicuramente il suo miglior piazzamento tenuto conto del valore degli avversari. Ha pagato forse un po’ di inesperienza, provando a forzare una volta sui primi, ma il suo recupero è stato entusiasmante. Peccato perché in salita avrebbe potuto fare la differenza. Andrea e Marco sono stati sfortunati… Non so cosa sarebbe successo senza la foratura di Marco all’inizio; la sua partenza è stata una di quelle del Fontana dei giorni migliori..”

Schurter2

La lotta per la vittoria è stata una questione a due: un regolamento dei conti e una rivincita di quattro anni fa. Solo che questa volta Nino Schurter non ha atteso l’arrivo in volata (rischiando una nuova beffa). A due giri dalla fine, facendo ricorso a tutta la sua classe, lancia l’attacco decisivo, che costringe il Kulhavy alla resa. L’ultimo giro è una cavalcata trionfale per questo straordinario fuoriclasse che alla sua terza Olimpiade finalmente riesce a mettersi al collo la medaglia d’oro, dopo il bronzo di Pechino e l’argento di Londra.

Al momento è lui il biker più forte. L’ha dimostrato anche nella gara odierna, non di facile interpretazione soprattutto dal punto di vista di tenuta fisica. In tanti, infatti, hanno provato ad allungare. Subito dopo il via, come ricordato, prima Marco Aurelio Fontana e Peter Sagan, poi Luca Braidot, quindi lo spagnolo Coloma Nicolas. Tutti, però, con un corridore incollato alle costole: Nino Schurter che non ha mai lasciato le posizioni di testa, “marcando” ogni tentativo. Lo svizzero è stato bravo a non lasciarsi prendere dall’entusiasmo e ha atteso il momento buono per sferrare l’attacco decisivo. Quello che l’ha lanciato verso il suo primo titolo olimpico.

Ricca di pathos anche la lotta per il terzo posto. Lo spagnolo Coloma Nicolas e il francese Marotte, una volta compreso che il ritmo della coppia di testa era troppo alto, si sono concentrati per un posto sul podio. Hanno pedalato lungamente affiancati, fino a quando lo spagnolo, a metà dell’ultima tornata, non ha forzato il ritmo che gli ha permesso di guadagnare una manciata di metri sufficienti per salire sul podio.

Una grande Olimpiade, oltre che sfortunata, anche quella di Andrea Tiberi che è riuscito a risalire, nei primi giri, fino alla 16^ posizione per poi essere ricacciato indietro da una foratura. Chiude al 19° posto, proprio davanti a Fontana con il quale ha condiviso buona parte della gara, fino a quando Marco non è stato costretto allo stop da una seconda foratura.

“Purtroppo la foratura è colpa mia – afferma Tiberi -. Ho sbagliato a mettermi a ruota nei primi giri e mi sono ritrovato con la traiettoria coperta.. Sarei arrivato nei 15 e, visto il livello generale, sarebbe stato veramente un bel risultato”.

Antonio Ungaro

Schurter3
Condividi