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LA NIPPO VINI FANTINI CHIARISCE LA POSIZIONE DEL TEAM A RIGUARDO DI STEFANO CECCHINI.

A seguito dell’articolo pubblicato su “La Gazzetta dello sport” il 5 dicembre 2016, il Team NIPPO Vini Fantini chiarisce quanto erroneamente affermato da Stefano Cecchini al Giornalista Claudio Ghisalberti.
Quest’oggi, 5 dicembre 2016, a firma di Claudio Ghisalberti è apparso un articolo su “La Gazzetta dello Sport” inerente la volontà di Stefano Cecchini, ciclo-amatore in attività e figlio di un noto preparatore atletico e medico che ha operato per anni nel ciclismo professionistico, di diventare un ciclista professionista. Nell’articolo, viene citato quanto segue: “Francesco Pelosi, il team manager della Nippo-Vini Fantini, s’è tirato indietro temendo che una scelta del genere gli costasse l’invito al Giro”.

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A riguardo di quanto dichiarato, Francesco Pelosi, General Manager della NIPPO Vini Fantini chiarisce quanto realmente successo: “Sono stato contattato da un procuratore e mi hanno invitato ad una cena con Stefano Cecchini. Per mia filosofia cerco sempre, compatibilmente con il tempo a disposizione, di incontrare e ascoltare tutti. Alla cena Stefano mi ha illustrato la sua idea: diventare un ciclista professionista. Nella stessa cena ho spiegato a Stefano quanto sarebbe stato impossibile con noi. Il nostro team ha una chiara identità, con un progetto strutturato sulla crescita dei migliori talenti Italiani e Giapponesi guidati da corridori di esperienza e classe, con un piano di crescita annuale fino alle Olimpiadi di Tokyo 2020. Il nostro team ha quindi già scelto come crescere e con chi e non ha spazi per distrarsi da questa importante missione. In questo progetto, non sarebbe dunque mai potuta rientrare una “scommessa” del genere. Non sono state citate corse o altre motivazioni collaterali, perché non del caso: non c’erano proprio gli argomenti per approfondire o valutare un suo eventuale inserimento. Dispiace dunque constatare come Stefano Cecchini abbia sintetizzato in intervista il nostro diniego, da cui prendiamo le distanze in quanto sintesi non veritiera e scorretta, che ci costringe a questa nota di smentita dopo aver provocato inutili imbarazzi”.

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