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GIRO D’ITALIA A PONTE A EMA- OCCASIONE PER IL MUSEO GINO BARTALI MA NON IN QUESTE CONDIZIONI

PONTE A EMA(FI).- Tra quattro mesi e mezzo, il Giro d’Italia del Centenario sarà a Ponte a Ema da dove mercoledì 17 maggio prenderà il via l’undicesima tappa che porterà i corridori a Bagno di Romagna. Ponte a Ema significa Gino Bartali, perché qui è nato e riposa per sempre il grande campione fiorentino del pedale. A lui è intitolato anche il Museo del Ciclismo che sorge in via Chiantigiana di fronte alla casa dove nacque e che ha avuto un cammino sofferto e tribolato dal giorno della sua inaugurazione, il 1 aprile 2006, nonostante gli ammirevoli sforzi dell’Associazione Amici del Museo del Ciclismo Gino Bartali, presieduta da Andrea Bresci che si è “speso” in maniera incredibile per questa struttura. Dal 1 ottobre 2015, il museo è gestito dal Comune di Firenze e l’arrivo del Giro d’Italia nel prossimo mese di maggio appare l’occasione giusta per un suo deciso rilancio. In verità Andrea Bresci che presiede l’Associazione con sede proprio presso la struttura è preoccupato non poco, e lancia un appello tradotto “salviamo il Museo”. Lo preoccupa la mancata manutenzione e la cura di tutto il materiale che si trova al suo interno. “Velocipedi, bici, maglie, i trofei, le targhe, i cimeli e quant’altro – dice Bresci – hanno bisogno di interventi continui ed invece tanto per dirne un paio, i cerchi in legno delle ruote presenti iniziano ad essere tarlati e le gomme delle bici sono sgonfie. Sta andando tutto in malora, di questo passo il museo chiuderà, per questo ho chiesto da tempo che il Comune di Firenze provveda quanto prima, ma al momento non c’è stata nessuna risposta e intervento specifico all’interno del museo, per cui ho inviato al sindaco di Firenze Dario Nardella una richiesta urgente per un incontro da tenersi al massimo entro questa settimana, altrimenti dovremo prendere altre decisioni. Non vogliamo – conclude Bresci – arrivare a dover portare via dal museo tutto il materiale perché si sta deteriorando. L’occasione del Giro d’Italia è importante ma il museo non può essere presentato in queste condizioni ai visitatori”.

                                   Antonio Mannori

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