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Albanese e Riabushenko lotta per il Mondiale U23

 

 

Ventenni, a Bergen (Norvegia) partono favoriti. L’Italiano è già professionista con il team Bardiani. Ex campione europeo, il bielorusso correrà nel 2018 con UAE Emirates

Mondiale Under 23. Si corre venerdì a Bergen, in Norvegia e la gara sarà difficile. I chilometri da percorrere saranno tanti per questa categoria, 191 su un circuito di 19,1 chilometri da ripetere dieci volte (lo stesso in cui domenica si affronteranno i professionisti). Un percorso impegnativo, con tre salite tra cui quella del Mount Ulriken di 1.4 km con pendenza media del 6.5%. Vincerà un atleta dotato di fondo e capace, semmai, di iniziativa personale. Nella rosa dei favoriti due ventenni già rivali: l’italiano Vincenzo Albanese e il bielorusso Alexandr Riabushenko. Il primo è un salerinitano-toscano (originario di Oliveto Citra ma vive a San Donato in Fronzano in provincia di Firenze) passato professionista con il team Bardiani-CSF un anno fa. Il secondo viene da Minsk, vive in Lombardia da due anni (gareggia per il team Palazzago) e ha vestito la maglia di campione europeo con cui ha vinto nel 2017 sette gare tra cui il Giro del Belvedere, la Bassano-Monte Grappa e una tappa al Giro d’Italia. 

 
Albanese e le fughe infinite

Passisti con spunto veloce, Albanese e Riabushenko hanno le carte in regola per questo Mondiale. Il primo parte favorito potendo contare su una Nazionale, quella del ct Marino Amadori, capace di controllare la corsa e fargli risparmiare energie preziose. Albanese è l’unico professionista tra gli azzurrini e ha maturato un’esperienza importante tra i pro: ha preso parte al Giro d’Italia (le prime 15 tappe), Amstel Gold Race, Tour of Britain (un decimo), Tour of Utah, Tour du Limousin, Tour du Poitou-Charentes, la classica Bretagne Classic in Plouay (vinta da Elia Viviani). Albanese è un atleta dotato di iniziativa personale, capace di fughe lunghe che ha saputo portare a termine con successo come in una tappa al Tour del l’Avenir nel 2016. Da dilettante, ha conquistato il Trofeo Liberazione a Roma, il Trofeo Matteotti a Pescara (con la maglia della Nazionale), e quel “mondialino” che è la Ruota d’Oro di Terranuova Bracciolini (Arezzo). Sul mondiale norvegese dice: “Su Youtube ho cercato video che descrivessero al meglio il percorso. La salita non sembra durissima, sarà uno sforzo da meno di 4 minuti. Sembra pefetto per me. La distanza mi avvantaggia, sono più abituato a questi cronometraggi rispetto agli altri Under 23 anche se alcuni gareggiano nelle prove Continental. Staremo in sella per quasi cinque ore e solo in una ventina siamo abituati a questo tipo di sforzo. Temo il campione in carica Kristoffer Halvorsen che è norvegese e gioca in casa, ma può pagare la distanza. Il tempo non aiuterà, se farà freddo sono contento. Non ho paura. Sono disposto a rischiare”. 

Riabushenko il poliglotta

Riabushenko è un atleta ambizioso. In bicicletta ce lo ha messo il padre Svyatoslav, un buon velocista apparso sulla scena a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta, ultimo campione nazionale della vecchia Urss e rappresentante della Comunità degli Stati Indipendenti alla Olimpiade di Barcellona (1992) vinta da Fabio Casartelli. A 17 anni, Alexandr ha lasciato il suo Paese per venire a gareggiare in Italia, prima in Toscana, poi in Lombardia. Parla russo, inglese, italiano, ucraino e un po’ di polacco. Ha già un contratto da professionista con la UAE Emirates con cui ha effettuato un primo stage alla alla 99esima Coppa Bernocchi, vinta da Sonny Colbrelli. Sul Mondiale dice: “Non ho provato il percorso, ma so che si addice alle mie caratteristiche. Mi hanno detto che è duro e a me piacciono le gare impegnative”.

Lorenza Cerbini dal Corriere della Sera

http://www.corriere.it/sport/running-nuoto-bici/notizie/albanese-riabushenko-lotta-il-mondiale-u23-37f92cf6-9c94-11e7-8923-16eeb6189650.shtml

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