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CARLSTROM, DALL’ESORDIO CON FANINI A GENERAL MANAGER DI FROOME

 
 
di Valter Nieri da Gazzetta di Lucca
 
Kiell Carlstrom un finlandese con la passione, poi diventata professione, per il ciclismo, scoperta nel suo paese di origine in Finlandia e sviluppata a livello agonistico in Italia con 11 anni di professionismo, prima di diventare l’attuale general manager della Israel Cycling Academy, la squadra dove corre il fuoriclasse britannico ed ex compagno di squadra Chris Froome.
 
“Andavo forte in tutti i percorsi sia in passo, sia a cronometro, sia in salita, senza però essere il numero uno in nessun tracciato-dice l’attuale dirigente ciclistico-e le tante vittorie conseguite in Finlandia mi fecero capire che se fossi voluto veramente competere con i migliori lo avrei dovuto fare in Italia dove c’erano le più forti squadre del mondo in una terra di grandi tradizioni in questo sport. A consentirmi questo trasferimento fu quello che poi diventò un mio ex compagno di squadra, Cristian Fanini. Vedendomi correre al Giro della Bulgaria e della Jugoslavia, rimase colpito dalle mie prestazioni indicandomi ad Amore e Vita Beretta, la squadra gestita da suo padre Ivano. Questo evento diventò realtà nel 2002, nonostante le difficoltà del momento perché spostarsi da un paese all’altro non era un fenomeno così naturale come lo è oggi. Superare le difficoltà che comporta un clima completamente diverso era un modo di vita che ignoravo. I social non erano così sviluppati come oggi che viceversa hanno una grande capacità di influire sul nostro umore ed anche gli effetti della comunicazione interattiva con la mia famiglia erano più difficoltosi.”
 
L’AMBIENTAMENTO CON L’ITALIA
 
Carlstrom fece presto ad ambientarsi e adattarsi al ciclismo italiano.
 
“Intrapresi un viaggio verso una nuova vita accanto a gente nuova, con abitudini e lingua diversa dalla mia ma ebbi la fortuna di correre in una squadra che seppe mettermi a mio agio, arricchendomi dal punto di vista umano e soprattutto ciclistico approfondendo la mia professione passata, presente e spero futura.”
 
Amore e Vita, la società ciclistica che ha lanciato grandi campioni
 
Più ascoltiamo le esperienze con la squadra di Fanini da parte di grandi campioni e più ci accorgiamo che questa società ciclistica ha sempre progettato, in 37 anni di storia, la valorizzazione di giovani promesse che, una volta svincolate, hanno continuato l’ascesa nel grande ciclismo, come ad esempio lo stesso Carlstrom che ebbe l’opportunità, grazie ad Amore e Vita-Beretta di proseguire la sua carriera prima alla Liquigas e poi alla Ski, due fra le più forti squadre del mondo negli anni duemila, trovando forma fisica ma anche una interazione sociale per lui determinante. Tanti campioni del ciclismo, nel rilasciare le loro interviste a La Gazzetta di Lucca, ritengono questa la squadra ideale per formare futuri campioni e farli crescere adottando una specifica preparazione fisica per una formazione programmata da tecnici e preparatori volta a curare, gestire e potenziare le qualità fisiche generali dell’atleta, con l’aggiunta di un motivatore unico nel ciclismo professionistico come Ivano Fanini.
 
LE PRIME VITTORIE CON AMORE & VITA-BERETTA
 
Un triennio con Fanini, diretto da due imolesi: prima Roberto Pelliconi, poi Giuseppe Lanzoni. Le luci della ribalta per Carlstrolm si accesero dopo l’adattamento del primo anno. Nel 2003 le sue prime vittorie internazionali: si impose in Austria nella 2.a tappa della Uniqa Classic e nella classifica generale Saaremaa Velo Tour nell’Estonia Occidentale, mentre nel 2004 vinse la prova unica del campionato nazionale finlandese, tappa e classifica generale dell’Unika Classic in Austria, facendosi conoscere dalle grandi squadre del ciclismo internazionale, tanto da passare alla Liquigas ed alla Ski nel biennio 2010-11.
 
“Questi successi con Amore & Vita-dice l’attuale general manager della Israel Cycling Academy-mi fecero assaporare grandi emozioni dandomi una spinta in più per continuare, perchè non c’è niente di meglio che vincere per trarre dallo sport stimoli in più per migliorare. Fanini mi dette in locazione alcune stanze della sua villa di Gragnano per essere sempre più vicino alla squadra. Il secondo anno mi permise di fare arrivare anche mia moglie ed allora raggiunsi l’apice della felicità: correvo in Italia, vincevo le prime corse e ripensavo quando da bambino sognavo tutto questo. Amore & Vita e Liquigas sono state per me due famiglie che ti ripagavano e gratificavano di tanto impegno e di tanta passione per una professione inseguita a lungo e fatta propria.”
 
QUATTRO PERSONE CHE LE VENGONO IN MENTE RIPENSANDO AL PASSATO
 
“Ole Wackstrom, il mio primo allenatore. Colui che mi capiva studiandomi allenamenti appropriati alle mie caratteristiche. Per me fu un forte dolore quando tre anni fa è venuto a mancare. In Italia penso ogni tanto al mio amico Cristian Fanini, attuale team manager di Amore & Vita, a suo padre Ivano ed al mio ex D.S. Giuseppe Lanzoni. Tutti loro hanno contribuito alla mia formazione da ciclista e a consentirmi di aprire la mente nel diventare general manager e di rimanere nel ciclismo, un ciclismo però pulito e da sempre sono contrario a qualsiasi ombra di doping.
 
ATTUALE GENERAL MANAGER DELLA ISRAEL START-UP NATION, LA SQUADRA DI CHRIS FROOME
 
Le sue esperienze ciclistiche con Amore & Vita, Liquigas e Ski, hanno consentito a Carlstrom di maturare anche una volta attaccata la bicicletta al chiodo e di formarsi come D.S.  e General Manager, perchè il suo amore per il ciclismo è ancora tanto e forse più di quando correva.
 
“Il lavoro da general manager è molto più impegnativo e stressante, ma nello stesso tempo anche gratificante. Da ciclista ti occupi soltanto di te stesso ed al lavoro di squadra. Finita la corsa poi ci si rilassa in albergo. Invece da general manager non ci sono orari. Devi pensare a tutto: dai ciclisti, ai meccanici, alla logistica, a tutto il necessario che serve alla squadra e non hai mai un orario preciso di quando finiscono gli impegni di giornata.”
 
Dopo essere stato D.S. della Iam Cycling dal 2013 al 2016, per l’ex ciclista di Fanini si aprono le porte ad una squadra con licenza World Team: la Israel Start-Up Nation nota come Israel Cycling Academy del presidente canadese Sylvan Adams, residente a Tel Aviv, la squadra dove corre il fuoriclasse britannico Chris Froome, uno dei soli sette corridori ad aver vinto almeno una volta le tre corse a tappe più importanti: Tour, Giro e Vuelta. Ma anche la squadra che ha visto nel Giro d’Italia in corso indossare a Sestola, al termine della quarta tappa, la maglia rosa al trentacinquenne friulano Alessandro De Marchi. Carlstrom si è meritata questa fiducia dimostrando capacità di negozziazione dei contratti con i ciclisti ed una buona formazione nell’ambito del management sportivo.
 
Ci vuole parlare di questa squadra che si sta inserendo fra le grandi bruciando i tempi dell’attesa?
 
“Abbiamo un grande presidente come Sylvan Adams. A 40 anni scoprì la passione per il ciclismo diventando un bravo cicloamatore. Poi la Israel gli propose di diventare consigliere e lui accettò. Da consigliere a dirigente il passo fu breve fino a diventare l’attuale presidente e, grazie al suo interessamento e alla sua copertura economica all’RCS il Giro d’Italia del 2018 è partito per la prima volta da Israele. La nostra squadra vuole costruire un futuro puntando sui giovani anche se per il momento ci danno soddisfazioni atleti di esperienza. Lo scorso anno conquistammo la prima vittoria al Giro d’Italia con Alex Dowsett e quest’anno Alessandro De Marchi ha indossato la maglia rosa che è il sogno di tutti, in particolare per un italiano, indossare questa maglia. Un ricordo che si porterà dietro per tutta la vita. Il nostro faro rimane Chris Froome, un campione straordinario, capace di vincere 4 Tour de France”
 
Che programmi avete nel breve per Froome?
 
” Crediamo molto in lui e che possa ripetere alcune delle sue grandi vittorie conquistate con Sky e Ineos. Da quest’anno con noi, ma non gli mettiamo fretta. L’importante è che recuperi la condizione migliore dopo la rovinosa caduta dello scorso anno al Critérium du Dauphiné in vista della Grande Boucle alla quale dovette forzatamente rinunciare. Se sarà in condizione, sicuramente lo vedremo ancora una volta fra i grandi protagonisti del prossimo Tour. Noi crediamo molto sulle sue ancora enormi possibilità. Froome è uno di quei corridori che nell’ultima generazione hanno dato maggiori emozioni agli appassionati di ciclismo internazionale. Lo conosco da molti anni. Alla Ski quando correvamo assieme, nelle corse a tappe dormivamo nella stessa camera. Fu lui a propormi di diventare direttore sportivo. Fra noi c’è sempre stata unità di intenti ed assieme al nostro presidente abbiamo progetti ambiziosi. Ma ora ripeto, l’importante è che lui recuperi la miglior condizione fisica”.
 
Intanto, dopo la maglia rosa di De Marchi un altro corridore della Israel è stato protagonista al Giro d’Italia. Si tratta dell’irlandese Daniele John Martin, 34 anni, vincitore in solitudine della 17.a tappa da Canazei a Sega di Ala, nel primo giorno di crisi della maglia rosa Egan Bernal. Per Carlstrom un’altra grande soddisfazione che gli ha dato un suo atleta, anche lui in su con l’età, in attesa di scoprire giovani talenti da lanciare nei programmi futuri e Carlstrom è uno che sa attendere e che anche a livello dirigenziale sale uno scalino alla volta come quando esordì professionista con Amore e Vita-Fanini.
 
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